Punto tecnico sull’Inter: conferenza stampa di Benitez e convocati per la sfida contro il Werder

Benitez ha convocato 20 nerazzurri per Inter-Werder Brema in programma domani allo stadio Giuseppe Meazza alle 20.45. C’è Diego Milito che era uscito infortunato dalla sfida contro la Roma!

Portieri: 1 Julio Cesar, 12 Luca Castellazzi, 21 Paolo Orlandoni;

Difensori: 2 Ivan Cordoba, 6 Lucio, 13 Maicon, 26 Cristian Chivu, 39 Davide Santon;

Centrocampisti: 5 Dejan Stankovic, 10 Wesley Sneijder, 11 Sulley Muntari, 17 Mariga, 19 Esteban Cambiasso, 20 Joel Obi, 29 Coutinho, 30 Amantino Mancini;

Attaccanti
: 9 Samuel Eto’o, 22 Diego Milito, 27 Goran Pandev, 88 Ludovic Biabiany.

Di seguito la conferenza stampa:

Si può parlare di crisi, in questo momento, per l’Inter?
“Guardando la classifica non so dove sia la crisi”.

Il Werder Brema è arrivato in Italia con diversi assenti.
“Possiamo fare una lista dei loro assenti ma anche dei nostri, anche noi ne abbiamo. Ma questo non toglie che il Werder Brema sia una squadra forte, con giocatori di qualità e d’esperienza. Loro hanno dei giocatori infortunati e ne abbiamo anche noi, una cosa normale nel calcio moderno che è molto intenso. Sarà in ogni caso una gara difficile”.

Come fa Rafael Benitez a parlare già un italiano così buono? E poi, cosa ci può dire di Thomas Schaaf, l’allenatore del Werder Brema?

“Non lo conosco personalmente ma so che è un buon allenatore, si vede che ha esperienza, che ha qualità. Quanto al mio italiano, non è poi così buono, può sicuramente migliorare e aspetto di migliorarlo stando qui tanti anni. Comunque, grazie per aver detto che è buono”.

Contro il Twente, alla prima gara di Champions League, avete pareggiato. Quanta pressione c’è ora, in vista della seconda?

“Nel nostro gruppo tutte le squadre hanno pareggiato, c’è quindi la stessa situazione per tutti. Noi affrontiamo questa partita in casa, con fiducia e con la convinzione che possiamo vincere, non c’è più pressione rispetto a prima”.

Dopo aver allenato per tanti anni in Inghilterra, adesso pensa di portare qui uno stile inglese di calcio?

“Penso che sia più importante pensare alla squadra che abbiamo, per prima cosa. Poi, non dimentichiamoci che siamo in Italia, che c’è un calcio particolare. Certo, se poi qualcosa del calcio inglese si può portare in Italia, lo si porta. Ma prima di tutto vengono la nostra squadra e il calcio italiano”.

Ci può spiegare qual è la situazione di Diego Milito e Goran Pandev?

“Vediamo domani quando faremo un altro allenamento”.

Si sta parlando di quello che è successo con Cristian Chivu e c’è chi dice che questo sia il segnale di una certa mancanza di disciplina interna.

“Non ho sentito e letto nulla. Ho sentito Chivu durante la partita, un po’ lontano, ma abbiamo sistemato tutto in spogliatoio, queste cose sono normali nel calcio. Per me la cosa più importante era sapere se lui aveva ragione o meno, abbiamo parlato di tutto questo e ora è tutto a posto, è tutto sistemato. Se quando abbiamo giocato contro il Bari si parlava di una disciplina che c’era, non capisco come non possa più esserci disciplina ora: non ha senso”.

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Sembra però che ci sia un po’ di nervosismo.

“È chiaro che si deve sempre cercare qualcosa, che tutte le squadre devono avere dei problemi. Che si vinca o che si perda, c’è sempre la ricerca di qualcosa. Noi siamo l’Inter, una società grande, tutti la guardano e ne parlano, è normale. Ripeto, dopo la partita contro il Bari, tutti parlavano della disciplina dei giocatori e del loro lavoro, eppure si parlava anche del rigore, perché si deve sempre trovare qualcosa. La squadra nostra, in ogni caso, ha la giusta mentalità: è chiaro però che se si vince è tutto più facile, mentre se si perde all’ultimo minuto c’è da essere un po’ arrabbiati”.

Ha detto che il problema che c’è stato con Chivu è stato risolto nello spogliatoio: ha assicurato a Chivu che d’ora in avanti sarà più coperto?

“Cristian sa quali sono le cose che facciamo bene e quali sono le cose che possiamo migliorare. Siamo una squadra con tanti giocatori offensivi e non sempre è facile trovare l’equilibrio. Contro il Palermo e contro il Bari la squadra ha fatto molto bene, ma non tutte le partite si possono fare allo stesso livello. Io ho visto la gara contro la Roma e abbiamo fatto bene, potevamo vincere: se giochiamo quella gara 100 volte, la vinciamo 99. Questa è l’una che non abbiamo vinto e dobbiamo sistemare questa cosa”.

Benitez si aspettava, dopo cinque giornate, la Lazio così alta in classifica?

“Dico lo stesso che ho detto in precedenza quando si parlava dell’Inter in fuga: è troppo presto. La Lazio, in ogni caso, ha fatto bene e sta facendo bene, ha qualità, ha fame, ma è presto ora che siamo all’inizio per commentare. Se saranno nella stessa situazione tra tre mese si potrà dire che è una cosa fantastica. Faccio loro i complimenti ma è presto per parlare di altro”.

Prima, parlando di Chivu, lei ha detto che l’importante era capire chi aveva ragione. Chi aveva ragione?

“Lui ha detto una cosa, ma non era la miglior maniera di farlo. Comunque era una cosa tattica e tutto è stato sistemato”.

Claudio Ranieri, sabato, aveva forse una miglior scelta in panchina rispetto a quanta ne avesse l’Inter. Le è dispiaciuto sentir dire che Ranieri ha avuto più coraggio rispetto a quanto ne ha avuto lei? È d’accordo con questa considerazione?

“Non l’ho sentito e non capisco di cosa parliamo. Più coraggio in cosa?”.

Nelle sostituzioni.

“Perchè? Non ho fatto bene? Non ho fatto bene sostituendo Milito che era infortunato o Pandev che era infortunato? Non posso giocare con nove giocatori in campo, dovevo sostituire entrambi, erano infortunati. Comunque, queste considerazioni non mi preoccupano”.

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Si può dire che c’è poca scelta? Che la panchina dell’Inter è corta?

“La lunghezza della panchina è sempre la stessa no? (sorride, ndr). A parte gli scherzi, abbiamo giocatori giovani che hanno bisogno di tempo, questo tempo lo dobbiamo dare noi e i giocatori con esperienza. I nostri giovani hanno qualità, è solo una questione di momento giusto per loro per mostrare tutto questo”.

Che fine hanno fatto i ‘calzini’ che le ha regalato sua figlia?

“Avete dei figli voi? Se un figlio, una figlia, ti dice ‘porta questo’, un padre non può far altro che portarlo, portarlo sempre. Adesso, dopo questa partita, vedremo cosa fare, se dobbiamo cercare una riserva (sorride, ndr)“.

Contro la Roma e il Palermo avete fatto in totale 35 tiri e 2 gol. Contro il Bari, invece, avete fatto 4 su 4. Perché? È una coincidenza?

“Per me è una coincidenza. E poi l’ho detto prima, se giocassimo 100 volte la gara con la Roma sono convinto che tantissime volte la vinceremmo. Come allenatore dico che se la squadra in trasferta può fare questo, può vincere tante partite”.

Ci può spiegare perché i suoi giocatori, nonostante tutti questi tiri in porta a Roma, abbiano però sbagliato così tanto? E poi, domani, potrebbe cambiare il modulo di giocare?

“Fare tanti tiri è una cosa buona, non dimentichiamoci che però la cosa più difficile è fare gol: la porta è piccola e il campo per un difensore è grande, è più facile. Qualche volta si può quindi fare meglio, qualche volta peggio. Comunque durante l’anno si migliora, lavorando ed allenandosi. È una questione di tempo che vale per tutte le squadre. Quanto alla seconda domanda, abbiamo tre-quattro giocatori infortunati che sono molto importanti per noi, e questa per me può essere la differenza per i giocatori giovani. Se Motta, Zanetti o Mancini possono giocare, gli altri giocatori hanno più tempo per migliorare e avere più esperienza. È una questione di tempo per me”.

C’è un giovane qui all’Inter che un po’ di esperienza l’ha già fatto, Davide Santon. Quando potrà essere una soluzione in più?

“Due settimane fa circa ho risposto a una domanda simile, ora posso dire che lui si sta allenando bene. Negli ultimi dieci giorni ha fatto bene, sta migliorando. Quando prima abbiamo parlato di crisi, abbiamo detto che la squadra contro il Palermo e il Bari ha fatto bene, quindi non possiamo dire che si devono cambiare modulo e giocatori ogni settimana. Santon ora sta facendo bene, sta migliorando, poi il resto dipenderà da come lavorerà lui e da come staranno gli altri giocatori. Non abbiamo un tempo prefissato per vederlo in campo, potrebbe essere domani, potrebbe essere domenica, o tra 15 giorni. Quello che posso dire adesso è che sono molto contento perché lui sta migliorando”.

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Visti i problemi fisici e di gol di Diego Milito, rimpiange forse Mario Balotelli?

“Sempre quando si decide qualcosa si fa un’analisi. Adesso non si guarda indietro, si guarda avanti. Abbiamo giocatori come Milito, Eto’o, Pandev, in attacco. Non si guarda indietro”.

C’è un giocatore tra le fila del Werder che è Marko Marin, che potrebbe essere considerato molto simile a Wesley Sneijder. Marin sta crescendo molto e si è preso la responsabilità della squadra, mentre Sneijder non sta attraversando il suo momento migliore. Cosa ne pensa del confronto tra questi due giocatori?

“Sono d’accordo che sia un buon giocatore Marin, ma noi abbiamo Wes che è un fuoriclasse. Entrambi possono fare bene, domani aspetto di vedere Wes fare meglio. Sono d’accordo sul fatto che Marin sia un giocatore di qualità, che può giocare in più di una posizione e che sta facendo bene. Oggi preferisco Wes, che domani gioca con noi”.

Per la prima volta è tra i convocati Amantino Mancini, può essere un’opzione importante? Inoltre, a inizio stagione si è parlato molto di un Eto’o più vicino alla porta, ma poi sabato scorso c’è stata questa uscita di Chivu che si è lamentato della mancanza di copertura: è possibile trovare un punto d’intesa tra quello che vuole Chivu e quello che vuole Eto’o?

“Per quanto riguarda Mancini, lui è un giocatore d’esperienza che può dare un po’ di tempo agli altri. Dopo l’infortunio credo che sia molto importante per lui e per noi il fatto di avere un’altra possibilità, lui è un giocatore di qualità. Sono molto contento perché con lui c’è una possibilità in più, una possibilità diversa. Per quanto riguarda l’equilibrio, mi è stato riferito che qualcuno ha detto, forse in una radio, che Eto’o sarebbe potuto essere un problema. Penso che Eto’o, più che un problema, sia una soluzione. Chiaramente lui può fare la differenza, sta a noi aggiustare la squadra per vedere il meglio di tutti. Eto’o, ripeto, è uno di quei giocatori che può fare la differenza”.

Considerando le assenze e le condizioni di alcuni giocatori non al meglio, domani potrebbe essere la prima partita dal primo minuto per Coutinho?

“Può essere. Lui è un giocatore di qualità, è giovane, ma ha dimostrato che può fare bene, quindi è una possibilità. Vediamo”.

Le è mai capitato, durante una conferenza stampa, di sentire una domanda che non le piaceva e quindi di alzarsi e andarsene a metà?

“Diciamo che qualche volta non capisco (sorride, ndr). Però è meglio poter fare il proprio lavoro e lasciarlo fare agli altri, in maniera tranquilla, parlando un po’ di tutto. Abbiamo tempo. Se volete rimango qui… (sorride, ndr). Non voglio dire altro”.

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