Giampaolo Pazzini, in una lunga intervista rilasciata ad InterChannel, ha finalmente svelato cosa c’è dietro la sua particolare esultanza.
Quel gesto che fa letteralmente impazzire i tifosi nasce quando Il Pazzo gioca ancora nella Fiorentina: ” Luca Toni faceva sempre il gesto dell’orecchio, a qualsiasi ora della giornata, a pranzo a cena, ed era per dire “ehi, ci sentite?”. E’ così che in contrapposizione è nato il mio, che significava “ehi, ci vedete?”, così per ridere “.
Come dire, avete visto che gol che ho fatto?
L’attuale n. 7 dell’Inter, che è stato uno dei maggiori protagonisti della rimonta nerazzurra in campionato con 6 reti in 13 presenze, ha anche cercato di dare una motivazione all’evidente calo di forma della squadra: ” Dovevamo vincere tutte le partite, anche su campi difficili, abbiamo fatto un grande lavoro e quando avremmo dovuto essere al top siamo invece vistosamente calati “.
Ulteriore motivo del calo di rendimento è stata la parentesi con le Nazionali proprio alla vigilia delle due sfide che hanno mandato all’aria tutti gli sforzi nerazzurri, il derby e l’andata dei quarti di Champions con lo Schalke.
Non che ora i nerazzurri siano in condizione strepitosa, ma il miglioramento soprattutto psicologico è netto. Inoltre c’è anche meno foga e meno fretta di ottenere i 3 punti, perchè c’è la consapevolezza che ormai non si deve rincorrere più nessuno.
Pazzini però, non è convinto che siano state decisive solo quelle due maledette partite. ” Nel girone di andata facendo pochi calcoli, abbiamo visto come su 8, 9 partite abbiamo fatto 8 o 9 punti su 24 o 27 disponibili “. Dunque tutta colpa della parentesi Benitez, detta in soldoni. E in effetti l’Inter del girone di andata, complici le numerose assenze (compresa quella del Pazzo che era alla Samp), era tutt’altro che imbattibile.
Dalle note negative a quelle liete, l’intervista a Pazzini passa all’analisi della persona-Leonardo. Un uomo tutto ottimismo e allegria, da buon brasiliano. Ma è davvero così o lo fa solo per non creare polemiche inutili in tv?
“ Leo è proprio così: disponibilissimo con tutti, aperto al dialogo, ho da subito avuto un’ottima impressione su di lui e continuo ad averla “.
Contentissimo del suo inaspettato arrivo all’Inter a gennaio, Pazzini ha poi di nuovo raccontato il curioso aneddoto che lo ha portato a scegliere la maglia n.7.
Quella telefonata di Figo che lo ha convinto. Un nome pesante quello dell’attuale ambasciatore Uefa nerazzurro, quindi se è lui a dare l’ok… “Avrei voluto l’11, ma era di Muntari. L’unico che mi piaceva era il 7, ma in realtà non lo vedevo tanto adatto a me. Poi, dopo una telefonata di Luis Figo che mi ha suggerito di prenderlo, mi sono convinto e l’ho scelto “.
Ironia della sorte, Muntari è andato via qualche giorno dopo.
In vena di confidenze, Pazzini ha infine svelato da dove nasce il soprannome Pazzo: ” Nasce quando avevo più o meno 18 anni, da quando cioè ho iniziato a giocare con la Primavera “.
Uno dei pochi punti fermi della prossima stagione nerazzurra, chissà dove potrebbe arrivare la pazza Inter con il suo Pazzo Pazzini arruolabile anche in Champions e dall’inizio del campionato!
Intanto lui si sente già responsabile, almeno in parte, dello Scudetto dell’anno scorso: ” Dopo la mia doppietta alla Roma nel campionato scorso, dico sempre che un pezzettino di rosso nello scudetto dell’Inter, ce l’ho messo io “.
Come dargli torto?
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.