Tutti abbiamo imparato a conoscere Oscar Pistorius, l’atleta sudafricano specialista dei 400 metri piani che corre con due protesi al poste delle gambe amputate.
La polemica sul presunto doping tecnologico dato dalle protesi stesse, si è rincorsa per anni, con la Iaaf decisa a vietare la partecipazione alle gare per normodotati a Pistorius e il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna che nel 2008 aveva deliberato in favore dell’atleta sudafricano.
L’anno scorso però Pistorius non era riuscito a ottenere ilminimo per i mondiali, rimanendo sopra i 46″, mentre quest’anno a inizio stagione ha già stabilito primato personale e minimo B per le Olimpiadi, con 45″61.
“Una delle notti più belle della mia vita! Correre in 45”61, tempo di qualificazione olimpica e il più veloce in Sud Africa. Dio è buono. Grazie a tutti per il sostegno”
Così Oscar su Twitter. Va però detto che finché non ottiene il minimo A (45″20) la sua partecipazione rimane legata all’ok della federazione nazionale, che deve valutare i tmepi degli altri suoi atleti (finora però è lui il numero uno).
Quanto all’aspetto tecnico, le ricerche effettuate hanno evidenziato i vantaggi delle protesi in rettilineo, ma anche gli svantaggi in curva e in partenza. Il punto più controverso però è la diversa biomeccanica generata dall’attrezzo, che fa sì che la produzione di acido lattico tipico dei cedimenti nell’ultimo quarto di gara per atleti normodotati, sia completamente diversa e minore per chi corra con le protesi.
Insomma, una questione molto complessa, che non si risolve in maniera semplice. Sono proprio due sport differenti e non si può non vedere un fondamento di verità nelle perplessità della Iaaf. E se un giorno Pistorius corresse da record mondiale?
Ma lasciamo il giudizio ai lettori su una questione così controversa
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