Mondiali di Basket: Vittorie per Serbia e Spagna

Partono gli ottavi di finale e i primi verdetti emessi rispettano i pronostici della vigilia: in entrambe le partite però è necessario attendere fino ai secondi conclusivi per la certezza del vincitore, con la Serbia che prevale a 1” dal termine sulla Croazia, mentre la Spagna sfrutta gli errori della Grecia e allunga negli ultimi 2′.

SERBIA IN VOLATA: Nonostante un 5-0 iniziale firmato Krstic (ritorno in quintetto per lui) e Bjelica, con quest’ultimo che vivrà una giornata non felice e guarderà gran parte del match dalla panchina, la Serbia non sembra avere il ritmo giusto in attacco. Teodosic è ancora una volta troppo confusionario, alternando assist geniali a palle perse elementari condite dalle solite lamentele e proteste che costano ritardi nei rientri difensivi e canestri facili per i croati: con l’asse Ukic-Bogdanovic, la Croazia mette il naso avanti (12-9), arrivando sulla sirena al massimo vantaggio firmato dalla tripla di Loncar (27-19).
Tomic è limitato dai falli e da una crisi di gioco che, dopo le prime partite incoraggianti, lo consegna ad un posto accogliente in fondo alla panchina, mentre dall’altra parte l’ingresso di Kosta Perovic dà minuti di riposo a Krstic: con Tepic e Markovic a portare palla e Perovic a finalizzare, la Serbia inizia la consueta rimonta del secondo periodo. Due schiacciate del lungo serbo e i liberi di Tepic riportano la Serbia in scia, ma risponde immediatamente Popovic, autentico trascinatore per la Croazia: Markovic è costretto ad uscire per una lieve distorsione alla caviglia e l’ingresso di Teodosic parte con un assist geniale per l’affondata a due mani di Perovic che vale la parità a quota 29.
Popovic inventa 5 punti in fila, ma una tripla fuori dagli schemi di Keselj non consente alla Croazia di preparare una nuova fuga: all’intervallo è 36-34 Croazia, con Markovic per i Serbi che viene adeguatamente curato e fasciato per poter riprendere il match.

Pronti-via e la tripla di Rasic firma il sorpasso serbo; terzo quarto che vive di altalene e alternanze, tra palle perse, tiri forzati e soluzioni improvvise in uno contro uno. In questo contesto, si esalta il fin lì titubante playmaker croato Roko Ukic: l’ex Raptor sigilla con l’undicesimo punto della propria partita il 40 pari, mentre la Serbia pesca punti utili dalla panchina; con Savanovic impreciso, tocca a Markovic, rientrato in ritmo partita e Perovic non arrestarsi sui punti costruiti nella prima parte di gara. Velickovic litiga con la linea del tiro libero, ma ci pensa la seconda linea Macvan a consegnare alla Serbia il +4 alla sirena del terzo periodo.
Ci si avvia così all’ultimo quarto, con l’equilibrio dei primi minuti rotto da un parziale serbo sulle ali di un Krstic sempre più padrone del pitturato e sui canestri prodotti dal gioco interno-esterno con scarichi sul perimetro per tiri dalla distanza: è proprio una tripla di Macvan a regalare il massimo vantaggio serbo sul 64-57 a 4’24 dal termine, con la Croazia che sembra in ginocchio.
Ma come questo Mondiale ci ricorda ad ogni partita, il momento di difficoltà può tramutarsi in un coin flip in un’inerzia favorevole e l’inarrestabile Popovic sfrutta le imprecisioni serbe dalla linea dei liberi per griffare un controparziale che ci porta sul 67-65 serbo all’ultimo minuto di gioco: la tensione si impadronisce dei giocatori, con errori piuttosto evidenti da una parte e dall’altra. Dopo il -1 firmato da due liberi di Popovic, un glaciale Rasic consente alla Serbia di allungare a +3, con 24” sul cronometro e Vrankovic a chiamare timeout per disegnare lo schema.
Popovic viene mandato in lunetta (70-69) e Vrankovic ordina il pressing alto: la Serbia non trova sbocchi dalla rimessa e un irriconoscibile Teodosic butta letteralmente via il pallone, consegnando alla guardia croata due tiri liberi per il possibile vantaggio. Popovic ne approfitta solo parzialmente, scrivendo la parità a 70 con 11” da giocare: ancora pressing croato, ma stavolta è follia, con Rasic che sfugge al marcatore e in soli 2” inchioda al ferro il +2 Serbia.
La follia è collettiva: la Serbia sul +2 con 9” sul cronometro fa fallo dopo 4”, concedendo i liberi del pareggio a Popovic che non sbaglia. 72 pari, 5” da giocare e Serbia che si lancia in avanti con Rasic in coast to coast. Kus lo porta sull’esterno ma nello scivolamento laterale mette male il piede e cade malamente appoggiandosi all’avversario: fischio inevitabile della terna arbitrale e 2 liberi per Rasic a 1” dalla fine. Mr. Ice li realizza entrambi e non c’è margine per la Croazia per costruire un altro tiro: vittoria Serbia per 73-72, ennesima sofferenza ma ennesima vittoria per Krstic e soci, ora attesi da un quarto di finale contro la Spagna di Scariolo.

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SRB: Krstic 16, Rasic 15, Perovic 10
CRO: Popovic 21, Ukic 11, Banic 10

TROPPO POCA GRECIA: Grande attesa per la Spagna, incerta nel girone concluso con 3 vittorie e 2 sconfitte, opposta alla Grecia di Spanoulis e Fotsis, avversario storico e  con cui è sempre accesa una grande rivalità sportiva. Scariolo lancia Garbajosa in quintetto, lasciando Felipe Reyes in panchina e l’ex Benetton Treviso firma i primi 2 punti spagnoli del primo quarto. L’alternanza dei possessi scandisce anche l’alternanza dei vantaggi, con la Grecia che affida punti e speranze al trio di esterni Spanoulis, Zisis e Diamantidis, mentre la Spagna può sfruttare le doti fisico-atletiche di Marc Gasol, nettamente più rapido e mobile di Sofokis Schortsanitis, oltre al tiro da fuori di Navarro e Fernandez, sempre pronti ad affondare come lame nelle maglie difensive avversarie.
L’allungo greco sul +4 (11-15) viene controbilanciato dalla reazione spagnola, ottenuta con le seconde linee in campo: prima Mumbru e poi Llull e Lopez colpiscono dall’arco dei 6.25 e un canestro di Reyes dopo rimbalzo in attacco sigla alla sirena il 22-19 per gli Spagnoli.

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Bouroussis non ha impatto sulla partita e il gioco interno della Grecia è ridotto soltanto all’energia di “Big Sofo”: la Spagna continua a fare male con le rotazioni, mentre la Grecia senza le sue bocche da fuoco vive un black out offensivo di svariati minuti e sblocca quota 21 solo con un canestro di Zisis oltre la metà del quarto. Il giocatore di Siena è preciso con il palleggio arresto e tiro e grazie ai suoi canestri gli ellenici si rifanno sotto a cavallo dell’intervallo: Spanoulis dà avvio in chiusura di secondo quarto a un parziale di 9-0, con la tripla di Antonios Fotsis che fa saltare in aria le tribune biancoblu. Sul vantaggio greco 38-37, si rifanno vivi per la Spagna i fantasmi già patiti durante il girone eliminatorio: squadra a tratti fortissima ma a tratti svagata, incapace di difendere e incapace di reagire ai parziali avversari.
Tornano in campo Navarro e Fernandez, ma Zisis e Diamantidis non danno tregua, muovendo la palla sul perimetro. Scariolo impone alla Spagna il cambio di difesa e passa a zona e la Grecia va in difficoltà: le percentuali degli esterni calano e dopo la tripla di Fernandez, sono ancora Lopez e Llull a scrivere a referto il nuovo vantaggio delle Furie Rosse.
Rudy è un martello e dai suoi polpastrelli partono le iniziative migliori degli Spagnoli: 5 punti del giocatore dei Blazers e un canestro di Navarro portano la Spagna avanti di 8 a 3’40 dalla fine, sul 65-57. Zisis e Diamantidis hanno problemi di falli, Spanoulis non trova il bersaglio dalla lunga distanza e Reyes firma la doppia cifra di vantaggio: la monotonia del gioco greco è rotta dalle iniziative di un indomabile Schortsanitis e la Spagna va di nuovo in difficoltà. A cavallo dell’ultimo minuto di gioco Spanoulis riporta in bilico le sorti dell’incontro: +4 Spagna, con Rubio e Navarro che non permettono ai Greci di accorciare ulteriormente le distanze.
Dalla lunetta la Spagna allunga, questa volta in maniera definitiva, con la tripla alla sirena di Fotsis utile solo per mettere a referto uno scarto in singola cifra: è 80-72 il risultato finale, con Navarro a 22 punti, top scorer della gara.

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SPA: Navarro 22, Fernandez 14, Llull 9
GRE: Zisis 16, Diamantidis 16, Spanoulis 12

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