Basket: Italia, vittoria amara

Vittoria amara per gli azzurri di coach Pianigiani, che al PalaFlorio di Bari hanno la meglio sul Montenegro per 72-71, proseguendo nella striscia positiva che ha segnato tutto il girone di ritorno di queste qualificazioni europee, ma interrompendo il sogno-chimera della rimonta all’ultimo respiro per staccare il biglietto come eventuale migliore seconda.
Il successo israeliano (ottimo Eliyahu nel giorno in cui delude invece Omri Casspi) contro la Finlandia aveva già ridotto al lumicino le residue speranze dei nostri, obbligati a vincere di almeno 10 punti con Montenegro, confidando in un ulteriore stop di Pekovic e soci nell’ultimo e decisivo turno con Israele: non ce l’abbiamo fatta, rimane la buona prestazione, rimane un sontuoso Andrea Bargnani, dominante in ogni zona del campo, che fissa un nuovo career high azzurro a quota 34 e rimane la sensazione di un’Italia che c’è, che è viva e che sa giocare a basket, con i propri leader, i propri schemi e le rotazioni ben collaudate.
E se nel girone di ripescaggio arrivasse anche Gallinari…

Partita nervosa sin dalle prime battute, con la pressione tutta sulle spalle italiane: i nostri azzurri non si intimoriscono e trascinati dal fantastico pubblico pugliese accelerano subito, con un 7-0 che costringe il santone Vujosevic, splendido autore della cavalcata in Eurolega del giovanissimo Partizan (in cui milita Jan Vesely, futuro NBA già scritto, probabile scelta alta al draft dell’anno prossimo), ad alzarsi in piedi e strigliare la squadra. Alla ripresa del gioco, gli ingranaggi azzurri si inceppano e Montenegro piazza una serie di parziali mortiferi che ribaltano l’inerzia della gara e ci mandano ad inseguire a 5 lunghezze di distanza.
Bargnani martella subito contro Pekovic e Drobnjak, raggiungendo in men che non si dica la doppia cifra, ma è costretto poi a uscire gravato di 2 falli: Gigli dopo le brutte prestazioni contro Lettonia e Finlandia ci mette fisico e intensità, provando a contenere il gigante prossimo allo sbarco nei Minnesota T-Wolves. Il gioco montenegrino è un continuo dentro-fuori: la palla ruota da Pekovic agli esterni, con il secondo lungo Drobnjak a punire dal perimetro i raddoppi dei nostri lunghi.

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Con il proprio leader fuori, l’Italia si ritrova e piazza il contro break, tornando avanti grazie alle triple in striscia di un positivo Maestranzi e alla ritrovata energia di Andrea Crosariol: il lungo della Lottomatica colleziona buone giocate a rimbalzo in attacco e buone difese, punite a volte in maniera ingiusta dalla terna arbitrale.

Al rientro in campo del Mago, con due canestri da 3 l’Italia vola, nonostante il contro parziale che riporta sotto la doppia cifra il margine, la partita sembra definitivamente girare dalla nostra quando gli avversari si disuniscono: su un pick and roll non riuscito, il playmaker Jeretin viene raddoppiato dall’ottimo aiuto di Angelo Gigli, che forse in lieve contatto riesce a rubare palla e viene trattenuto per la maglietta. Fallo antisportivo inevitabile, con Jeretin imbestialito che si becca anche un tecnico: 3/4 ai liberi e possesso, inerzia dalla nostra e tutte le premesse per portare a casa la partita e per aggiustare la differenza canestri nello scontro diretto.
Con un jumper da 2 punti di Bargnani, gli azzurri arrivano fino al +15 (59-44), con coach Simone Pianigiani che riparte nel terzo periodo senza l’altro NBA Marco Belinelli, in giornata negativa e prigioniero della propria incostanza a livello di impatto sulla partita: con Marco fuori giri, tocca a Bargnani prendersi tutte le maggiori responsabilità, ma dai polpastrelli del numero 7 escono soltanto carezze per il tabellino azzurro.

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Ancora una volta però sul più bello l’Italia rallenta: Omar Cook punisce i contatti con la nostra difesa, finendo il terzo quarto con una serie di tiri liberi corredata da due bombe, l’ultima allo scadere del tempo, con occhiataccia e trash talking alla nostra panchina, da cui scattano Aradori (ed è lo scatto più deciso che gli si è visto fare  in queste qualificazioni) e Gigli. La terna arbitrale se ne lava pilatescamente le mani e su queste premesse l’ultimo quarto è un’autentica bolgia: il pubblico infiammato fischia Cook e Vranes (autore di un fallo piuttosto duro su Marco Belinelli), sotto canestro Pekovic fa a sportellate con Gigli, messo KO da una gomitata, e Ress e gli arbitri rispondono da par loro, interrompendo sempre il gioco e fischiando a ripetizione sia in attacco che in difesa.
I problemi dell’Italia sono nelle rotazioni: Mancinelli e Giachetti, che tanto bene avevano fatto nelle ultime gare, steccano la giornata e non si fanno notare se non per una serie di brutti errori (conclusioni forzate di Jacopo e passaggio direttamente sui cartelloni del Mancio, dopo incomprensione con Gigli), Aradori è un fantasma, Mordente va a referto solo per la consueta serie di sconclusionati falli e Crosariol e Ress non hanno le potenzialità per fare realmente la differenza.

Ci si aspetta che ad essere decisivo sia, come nell’ultima prestazione in Finlandia, Marco Belinelli: l’uomo dell’ultimo quarto stavolta veste un lenzuolo bianco e vaga per il campo in cerca di uno spartito. L’orchestra Italia ha quindi un primo violino scordato e tutti i palloni passano dalle mani di Andrea Bargnani, raddoppiato e costretto a forzare: per il Mago arriva il primo errore dai 6.25 e due forzature nel pitturato ben contenute dalla difesa montenegrina. Dall’altra parte, Cook e Borisov aiutano Pekovic a riportare Montenegro in linea di galleggiamento e la tripla del nervosissimo Jeretin fissa il punteggio sul +2 azzurro. Autentica voragine nel tabellino marcatori, dove dopo Bargnani e l’ottimo Maestranzi di oggi c’è assolutamente il vuoto assoluto.
Ci avviamo al finale di gara con l’incomprensibile scelta di rallentare i ritmi: Belinelli rischia gli 8” pur di far scorrere il cronometro, Maestranzi chiama isolamento e pick and roll sui 24 secondi, trovandosi in un vicolo cieco e così si spegne la fiammella di speranza di raggiungere i 10 punti di scarto che potevano voler dire secondo posto. Montenegro a questo punto si ritrova a poter scegliere: rischiare il tutto per tutto per vincere o mantenere lo scarto intatto e giocarsi tutto nel dentro-fuori con Israele, forti anche del paracadute-migliore seconda.
Vujosevic opta per lasciar correre il cronometro e così sul 72-70 per l’Italia Montenegro gioca ai 24 secondi, interrotti dal fallo tattico di Ress su Pekovic, che con l’1/2 dalla linea della carità chiude lo score sul 72-71 finale.
Fallisce infatti la conclusione allo scadere Maestranzi da 3, sul cui rimbalzo è vano il tentativo di Ress, beffato dal ferro.

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Tabellino:

Italia-Montenegro 72-71  (12-17, 20-17, 28-22, 12-15)

Ita:
Bargnani 34 (8/13, 4/5, 6/8), Maestranzi 18, Belinelli 6, Crosariol 5, Ress 4, Gigli 3, Carraretto 2, Aradori, Giachetti, Mancinelli, Mordente, Vitali n.e.

Mon:
Pekovic 18 (5/10, 8/13 ai liberi), Cook 18, Jeretin 12, Drobnjak 9, Borisov 7, Dasic 2, Dragicevic 2, Mihailovic 2, Sehovic 1, Golubovic, Vranes, Bjelica.

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