NBA, Oklahoma City Thunder: il talento c’è, la squadra anche, ora serve la continuità

Dal nostro inviato Daniele Lupo, ecco il punto settimanale sui Thunder.

Buona lettura.

Game 1 vs Chicago Bulls

La stagione dei Thunder si apre all’Oklahoma City Arena: gli avversari della serata sono i Chicago Bulls di Derrick Rose, Yannick Noah e Luol Deng ma orfani dell’acquisto dell’estate Carlos Boozer che starà fuori almeno fino ai primi di Dicembre.

La squadra di coach Brooks si presenta come il team che la scorsa stagione ha totalizzato più stoppate per partita (5.87), dato più che confermato a fine partita (10 stoppate). Match molto atteso anche per i confronti tra Westbrook e Rose e tra Durant e Deng.

Kevin Durant, 30 punti a fine partita con un 9/24 dal campo cui aggiunge 7 rimbalzi ma 6 perse, appare subito rispettato dagli arbitri come dimostra uno sfondamento chiarissimo non fischiato ad inizio primo quarto. Sefolosha, un solo punto ma 4 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate più 2 rubate, conferma la nomina di gran difensore con un paio di interventi determinanti. Nel primo quarto, conclusosi 30-25 per i Thunder, la squadra dimostra di saper gestire bene transizioni e rapidi contropiede e di saper costruire buone occasioni sui rimbalzi offensivi (saranno 9 a fine serata).

La second unit più Durant in campo e con il congolese Ibaka, 8 punti, 9 rimbalzi e 4 stoppate per lui, usato nel ruolo di centro vista anche l’assenza di Collison, si dimostra davvero valida contro i colleghi di Chicago, con un ottimo impatto di Maynor (10 punti) quando Westbrook va’ a sedersi in panchina.

I Thunder hanno però qualche difficoltà a marcare Rose, specialmente quando la guardia dei Bulls penetra nel cuore dell’area.

Krstic, 2 soli punti e 3 rimbalzi in 16 minuti di utilizzo, soffre molto l’atletismo di Noah e di Gibson (ottima doppia doppia con 16 punti e 11 rimbalzi) sotto le plance, nonostante l’importante apporto di Jeff Green (21 punti e 4 rimbalzi per lui) e il secondo quarto si conclude sul 59-54 per la squadra di casa.

Dopo la pausa lunga i ragazzi di Oklahoma City iniziano lentamente, come dimostra il parziale di 8-0 messo su dai Bulls, guidati da Deng, che scrive 13 punti a referto a fine gara, ma si rimettono in carreggiata grazie ad uno stratosferico Westbrook, 28 punti, 10 rimbalzi, 6 assist, due rubate e una stoppata per lui, che si carica sulle spalle la squadra a discapito di un Durant assente non giustificato e che si risveglierà con un paio di punti e due rubate a fine terzo quarto.

La vera spina nel fianco dei Thunder è però francese e si chiama Yannick Noah: il figlio del tennista mette sul parquet una gara mostruosa, conclusasi con 18 punti e 19 rimbalzi, di cui 7 offensivi, cui bisogna aggiungere 2 stoppate e 2 rubate in quasi 39 minuti di utilizzo!

L’Oklahoma City Arena si ammutolisce quando Durant cade malamente sulla schiena in un impatto con Ronnie Brewer (gara modesta con 3 punti e 3 rimbalzi) durante una penetrazione a canestro, ma il talento del 22enne prodotto di Texas tornerà in campo nel quarto quarto.

Grazie ad un’ottima difesa imbastita dal mago del fondamentale Thibodeau, ex assistant coach dei Celtics, i Bulls chiudono il parziale 28-23 permettendo di iniziare il quarto di chiusura in perfetta parità.

Da segnalare l’importante apporto di Brian Scalabrine, che segna poco, 2 punti e 1 rimbalzo, ma che mette in campo tutti i 9 anni di esperienza in NBA.

I Thunder però scendono in campo determinati e giocano da squadra, trovandosi a meraviglia e muovendosi sia in attacco che in difesa come se fossero una cosa sola. Non si può invece dire lo stesso dei Bulls, soprattutto con Rose in campo. Il numero 1 della franchigia dell’Illinois non la passa mai e si comporta da vero mangia palloni: totalizza 28 punti, 6 assist e 4 rimbalzi, ma prendendosi ben 31 tiri, praticamente uno a minuto di utilizzo!

Chicago infatti rimane bene in partita finchè Rose è in panca, ma i Thunder girano a loro favore la gara negli ultimi 3 minuti: Westbrook, Durant e Green mettono tiri pesanti, mentre Sefolosha è fondamentale con l’ennesima rubata a 1:50 dal termine che frutta un antisportivo sulla ripartenza (nuova regola introdotta dalla NBA quest’anno) ai danni di Korver, deludente con 4 punti, due rimbalzi e due assist. I due liberi messi a segno da Durant con rimessa annessa, la tripla di Green e Westbrook mettono in ghiaccio la partita per il 106-95 finale che vuol dire prima W per la squadra di Oklahoma City.

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Boxscore: http://espn.go.com/nba/boxscore?gameId=301027025

Game 2 @ Detroit Pistons

Gli Oklahoma City Thunder si presentano all’ Auburn Hills Palace dopo la spumeggiante vittoria contro i Chicago Bulls. Partiti lenti con uno 0/5 dal campo, i ragazzi di coach Brooks si sbloccano grazie ad un Krstic in palla da 14 punti e 7 rimbalzi. Jeff Green, 21 punti e 5 rimbalzi a fine serata, appare invece molto freddo, sbagliando diversi tiri comodi. Per tutto il primo quarto le squadre si equivalgono, con i Thunder che riescono a rubar spesso palla (14 al termine dei 48 minuti); il risultato finale è 26-21 per la compagine dell’Oklahoma.

Ad inizio secondo quarto, un buon Maynor cerca di nascondere le difficoltà dei lunghi della panchina dei Thunder che soffre l’apporto di Maxiell e Villanueva. Entrambe le squadre giocano però in modo confuso, costruendo poco e perdendo spesso palla: il conto finale sarà 12 TO per i Thunder e 18 per i Pistons.

La partita si anima un po’, da una parte grazie ai rimbalzi offensivi di un Ibaka in versione doppia doppia (16 punti e 10 rimbalzi), dall’altra grazie alle triple di un redivivo Ben Gordon che mette a referto ben 32 punti, ma i Thunder hanno difficoltà a mettere in campo il loro gioco. Ci pensano Sefolosha, una tripla di Green e un gioco da tre punti di Krstic a sbloccare la situazione e portare la squadra di Oklahoma City a +5 a fine secondo quarto (56-51).

La partita si conferma combattuta anche ad inizio terzo quarto, ancora una volta è Krstic a tenere avanti i Thunder in un match che risulta comunque quasi noioso, ma il palazzetto di Auburn Hills si risveglia grazie a Rodney Stuckey (24 punti, 9 assist e 5 rimbalzi per lui) che a 5:10 dalla sirena mette a segno una schiacciata fenomenale. Durant, 30 punti e 8 rimbalzi, risponde con una tripla, anche se il dato chiave che spiega la leadership dei Thunder è quello dei tiri liberi: 27/28 per Durant e soci, 6/10 per i Pistons.

E’ comunque Gordon l’anima di Detroit: spezza le caviglie di Ibaka con una serie ubriacante di crossover e deposita a canestro il pallone del -7. Westbrook in versione assistman (11 assist cui aggiunge 17 punti e 6 rimbalzi) fornisce a Durant il pallone per il gioco da tre punti che riallontana i padroni di casa: 83-79 quando mancano solo 12 minuti da giocare.

Il quarto quarto inizia sulla falsa riga dei primi tre, con tanti errori al tiro da ambo le parti, con uno svogliato Durant che sbaglia anche il libero per il tecnico assegnato al coach dei Pistons Kuester. Si assiste alla grande prestazione di Gordon che trova ripetutamente il fondo della retina, mentre i Thunder rimangono avanti grazie ai frequenti viaggi in lunetta. I Pistons non mollano grazie alla determinazione di Stuckey e Gordon che accorciano per la compagine di Detroit a -1, ma Durant riporta il distacco a 4 punti. Fasi concitate, con Villanueva (12 punti e 7 rimbalzi)che mette due liberi che valgono il 99-101 Thunder a 43 secondi dalla fine, ma l’intensità di Ibaka, che conquista 2 rimbalzi offensivi consecutivi e subisce fallo  con conseguente 1 su 2 ai liberi, garantisce il +3 ai Thunder con 18 secondi da giocare. Dall’altra parte due liberi di Gordon portano i Pistons a -1 a 15 secondi dal termine. La partita si fa’ emozionante: Durant subisce fallo dopo un solo secondo e mette dentro un libero su due, dall’altra parte il palazzetto esplode grazie a Villanueva che dall’angolo punisce con la tripla che vale il 104-103 Pistons lasciando sul cronometro solo 7.5 secondi; palla in mano ai Thunder: Jeff Green riceve dalla rimessa e si inventa la penetrazione che vale il sorpasso. Con 2.5 secondi da giocare, Detroit non riesce neppure a tirare grazie all’ottima difesa di Oklahoma City: finale 105-104 Thunder e seconda W portata a casa.

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Boxscore: http://espn.go.com/nba/boxscore?gameId=301029008

Game 3 vs Utah Jazz

All’Oklahoma City Arena arrivano gli Utah Jazz di Deron Williams, Paul Millsap e del nuovo acquisto Al Jefferson ad affrontare I Thunder che vantano il secondo miglior record di lega per quanto riguarda le palle rubate (12.5).

I padroni di casa partono forte con Sefolosha e Green (17 punti e 9 rimbalzi finali), puntualmente raggiunti dai Jazz che paiono pimpanti specialmente con un Kirilenko da 19 punti, 4 rimbalzi e 4 assist che contribuisce subito ad un allungo che vale il +7.

Durant, 28 punti e 6 perse, scioglie finalmente la tensione prima con due liberi, poi con una schiacciata su assist di Westbrook, che collezionerà a fine serata 22 punti, 5 assist, 4 rimbalzi e 4 rubate, per il vantaggio Thunder.

A fine quarto le panchine entrano in campo e a sorpresa è la stella di Raja Bell (7 punti) a brillare, con 5 punti in successione. Dall’altra parte, invece, si assiste all’esordio in campo del rookie Cole Aldrich, scelta n°11 al draft, che realizza subito una bella schiacciata ad una mano su rimbalzo offensivo e ruba una palla.

Utah, soprattutto grazie ad un Williams da 16 punti e 15 assist e a CJ Miles in versione cecchino (21 punti con 3/5 dalla lunga distanza), chiude il quarto sopra di 4: 27-23.

Nel secondo quarto la partita si presenta veloce e divertente, con rapidi capovolgimenti di fronte, ma inizia a farsi chiara la supremazia dei lunghi di Utah: Al Jefferson (23 punti e 10 rimbalzi) prima e Millsap, mvp della serata con 30 punti, 16 rimbalzi e 6 assist, poi portano i Jazz sul +16 (56-40). I Thunder rimangono all’asciutto negli ultimi 5 minuti del quarto con un inequivocabile 0/7 dal campo.

Il terzo quarto si apre con un veloce break dei Jazz che entrano in campo più determinati e firmano il massimo vantaggio sul +21, con Durant che spara a salve e Westbrook in ombra. Jeff Green prova a scuotere i suoi, ma Williams e uno straordinario Millsap si trovano a memoria e firmano insieme il +27.

Subito dopo la reazione dei Thunder: Sefolosha ruba palla e segna, imitato da Durant (-15); ancora Durant cerca di riavvicinare i Jazz, con la compagine di Utah che però rimane concentrata e chiude il quarto 91-74 anche grazie ai frequenti viaggi in lunetta e al cecchino Miles.

Brooks scuote i suoi e un redivivo Westbrook riporta i suoi sul -13 con un paio di penetrazioni a canestro quando rimangono 8 minuti da giocare. I Jazz si mostrano però più forti: ancora Jefferson e Millsap, splendidamente imbeccati da Williams, mantengono i Thunder a distanza e annullano i numeri di un generoso Durant e di un Westbrook che forse si è svegliato troppo tardi.

Nel garbage time c’è il tempo di osservare Aldrich, forse unica nota positiva della serata, che mostra buone qualità vicino a canestro e che chiuderà il match mettendo a referto 5 punti, 2 rimbalzi e 1 rubata in 11 minuti di utilizzo.

La partita termina 120-99 per i Jazz che sorridono per la prima volta in questa stagione. Prima sconfitta, invece, per i Thunder che dimostrano qualche fatica di troppo nel contenere i lunghi avversari come già era successo contro Chicago e Detroit.

Boxscore: http://espn.go.com/nba/boxscore?gameId=301031025

Game 4 @ Los Angeles Clippers

I Thunder affrontano i Los Angeles Clippers  privi del genio e sregolatezza di Baron Davis dichiaratosi fuori forma e sostituito dal rookie Eric Bledsoe, draftato proprio dai Thunder alla n°18 e subito girato.

Insieme al play al primo anno, la squadra di Brooks dovrà vedersela con la scelta n°1 del draft 2009, quel Blake Griffin che ha dovuto saltare tutta la stagione passata per un grave infortunio.

Il primo quarto è abbastanza equilibrato, con un Westbrook da 16 punti e 6 assist che appare subito sotto tono come dimostra una facile schiacciata a due mani sbagliata e che apre il contropiede chiuso da Bledsoe (17 punti e 8 assist a fine match). Anche Durant sembra da subito stanco come testimonia il  2/9 dal campo nel parziale iniziale. I Clippers si portano sino al +6 grazie all’apporto della panchina, con Krstic (8 punti e 9 rimbalzi) e Ibaka (14 punti e 6 rimbalzi) a ricucire per il 27-21 Los Angeles a termine quarto.

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Il secondo parziale è condito invece da ripetuti errori da parte dei Thunder che favoriscono il parziale dei Clippers che vale il +19 a 4:30 dal termine del quarto, ma è Jeff Green, che chiuderà con 19 punti e 9 rimbalzi,  a rispondere, riuscendo a riportare i suoi sul -7 con 2 minuti da giocare.

Il terzo parziale si apre con i losangelini avanti di 10 e prima Ryan Gomes (12 e 7 rimbalzi), poi un Blake Griffin da 18 punti e 9 rimbalzi chiudono il quarto aumentando il vantaggio a 14 punti.

Lo stesso copione si ripete nel parziale finale, con la panchina dei Clippers che aumenta il vantaggio fino al +21 quando mancano 8 minuti e mezzo al termine. A nulla servono gli sforzi finali di Durant, che finirà con 16 punti e 6 perse, contro un monumentale Eric Gordon che tira con quasi il 60% dal campo e totalizza 27 punti.

La partita si chiude 107-92 per i Clippers alla prima W stagionale. Seconda sconfitta invece per i Thunder dopo quella subita contro gli Utah Jazz

Boxscore: http://espn.go.com/nba/boxscore?gameId=301103012

Game 5 @ Portland Trail Blazers

Seconda gara in due giorni per Oklahoma City che affrontano i Portland Trail Blazers al Rose Garden.

Partita molto equilibrata, con i Trail Blazers che riescono ad allungare nel secondo quarto grazie soprattutto all’apporto di Aldridge (22 punti), Wesley Matthews (13 punti) e Nicolas Batum (16 punti) che portano la squadra dell’Oregon sopra di 7 all’intervallo lungo. Westbrook con 28 punti e 11 rimbalzi cui aggiunge 5 assist, ricuce lo strappo coadiuvato da un buon Jeff Green da 19 punti e 9 rimbalzi e Ibaka che contribuisce con 11 punti e 7 rimbalzi.

Brandon Roy segna 19 punti, tirando solo con il 33% dal campo, ma per sfortuna del Thunder Andre Miller mette in campo tutta la sua esperienza e classe (più 16 punti, 11 assist e 6 rimbalzi) e contribuisce al massimo vantaggio Blazers a +13.

Nel quarto quarto i Thunder riescono a riacciuffare il pareggio grazie a un tap-in di Ibaka a 10 secondi dal termine: Roy fallisce il tiro della vittoria e si va’ all’overtime.

Il supplementare è caratterizzato da un gioco nervoso in cui nessuna delle due squadre riesce a segnare un canestro dal campo. La partita è decisa dai liberi di Durant, che chiude con 28 punti e 11 rimbalzi, e Westbrook per il 107-106 Thunder finale. Inutile la tripla all’ultimo secondo del play di riserva dei Blazer Armon Johnson.

Boxscore: http://espn.go.com/nba/boxscore?gameId=301104022

Game 6 vs Boston Celtics

I Thunder orfani di Jeff Green, vittima di una distorsione alla caviglia, affrontano i campioni della Eastern Conference, quei Boston Celtics capaci di sfiorare la vittoria dell’anello ma poi battuti dai Los Angeles Lakers.

La squadra di Doc Rivers parte subito forte, mettendo già al sicuro la partita dopo i primi due quarti: +21 firmato soprattutto da un’ottima panchina che “batte” i colleghi 33 a 12. Nel terzo quarto è l’orgoglio Thunder a farla da padrone: Durant sfodera la migliore prestazione della stagione con 34 punti, mentre Westbrook contribuisce con 16 punti e 10 assist, riportando il team a 9 punti da Rondo (10 punti e 10 assist), Pierce (17 punti), Ray Allen (19 punti) & co.

Nel quarto quarto i “verdi” legittimano il risultato con la panchina guidata da Glen Davis e il turco Erden che contribuiscono con 9 punti a testa. La partita finisce 92-83 per i Celtics. I Thunder subiscono la terza sconfitta e confermano di soffrire i lunghi delle squadre avversarie, carenza evidenziata soprattutto dall’assenza di Green, miglior rimbalzista del team.

Boxscore: http://espn.go.com/nba/boxscore?gameId=301107025

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