NBA, Boston Celtics: se i gatti hanno 7 vite, i Celtics ne hanno almeno il doppio

Dopo l’esordio di ieri con il primo editoriale sui Los Angeles Lakers (potete leggerlo al seguente link) ecco il punto della sitauzione sugli immortali Boston Celtics di Massimo Pagliardini, al quale vanno i nostri ringraziamenti.

Buona lettura.

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Dopo aver smaltito l’amarezza della sconfitta in gara 7 nelle Finals della scorsa stagione contro i nemici storici di sempre, i Los Angeles Lakers, i Boston Celtics si apprestano a dare il via alla nuova stagione proprio stanotte, alle ore 1.30 italiane, nella sfida casalinga che li vedrà opposti contro i Miami Heat. I vecchi big three, Paul Pierce, Kevin Garnett e Ray Allen contro i nuovi big three, Dwyane Wade, James Lebron e Chris Bosh, in una scoppiettante sfida che aprirà le danze della stagione.
In questo articolo verremo ad analizzare il roster 2010-2011 dei Boston Celtics, le mosse estive del gm Danny Ainge e approfondire sommariamente il comportamento dei nuovi innesti e dei rookies in questo scampolo di preseason.

Nel corso dell’estate la dirigenza biancoverde ha deciso di continuare a puntare sul gruppo storico, rinviando la rifondazione all’estate 2012, per riprovare la scalata al diciottesimo titolo della gloriosa storia della franchigia bostoniana.
Al rinnovo dei contratti di Paul Pierce, Ray Allen, Nate Robinson e Marquis Daniels, è stata aggiunta l’acquisizione di tre lunghi, il mito Shaquille O’Neal, Jermaine O’Neal e il nazionale turco Semih Erden, per potere sopperire al ritiro di Rasheed Wallace e all’infortunio di Kendrick Perkins.
Sul fronte guardie, da segnalare il ritorno di Delonte West e l’acquisizione di Von Wafer, che sul filo di lana ha vinto la battaglia per il quindicesimo posto nel roster biancoverde ai danni dell’atletica ala gabonese Stephane Lasme e dello specialista difensivo Mario West, che hanno rinfoltito la rosa biancoverde nella preseason appena terminata e conclusasi con un eloquente record 7-1, con l’unica sconfitta che è arrivata contro i Philadelphia 76ers, in una partita in cui sono state impegnati solamente i comprimari.
Inoltre segnaliamo l’addio dello specialista difensivo Tony Allen, accasatosi ai Memphis Grizzlies in cerca di un minutaggio maggiore e il passaggio ai Chicago Bulls della “mascotte” Brian Scalabrine.
Novità anche riguardo allo staff tecnico che affiancherà il confermato coach Doc Rivers. Lo stimatissimo collaboratore di Rivers, Tom Thibodeau, vero e proprio artefice della feroce difesa dei Celtics, s’è guadagnato un meritato posto da capo coach ai Chicago Bulls ed è stato sostituito da Lawrence Frank, ex coach dei New Jersey Nets.

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Roster 2010-2011:

PG: Rajon Rondo, Nate Robinson, Delonte West;
SG: Ray Allen, Avery Bradley, Von Wafer;
SF: Paul Pierce, Marquis Daniels;
PF: Kevin Garnett, Glen Davis, Luke Harangody;
C: Shaquille O’Neal, Jermaine O’Neal, Semih Erden, Kendrick Perkins.

I Celtics sembrano aver risolto la problematica rimbalzi che l’anno scorso, e non solo nelle finals, è stato il vero e proprio tallone d’achille della squadra, mentre permangono ancora molti dubbi su un’altra pecca storica dei Celtics versione big three, ossia le troppe palle perse.

La squadra verrà come al solito gestita dal talento e dall’inventiva del funambolo Rajon Rondo, al quale si richiede un ulteriore salto di qualità, ossia migliorare le proprie percentuali dalla media distanza(di modo di non essere costantemente “battezzato” dalle difese avversarie) e ai liberi; Rondo che finalmente avrà le spalle coperte da Nate Robinson , folletto anarchico che si sta sempre più integrando nelle trame celtiche.

Sempre sul fronte guardie, dietro “he got game” Ray Allen, si giocheranno il ruolo di riserva il cavallo di ritorno Delonte West, che dovrà saltare le prime 10 partite della stagione in seguito alla sospensione per il possesso illegale di armi da fuoco, l’ex Houston Rockets, Von Wafer, guardia prettamente offensiva e molto rapida, dotato di un ottimo tiro dalla distanza ed infine il rookie Avery Bradley, che causa infortunio a una caviglia ha giocato poco in questa preseason, ma che pare spiccare per notevoli doti difensive.

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Dietro “the truth” Paul Pierce invece troviamo il solo Marquis Daniels, che dopo l’anonima stagione scorsa, è chiamato a tornare quel giocatore che abbiamo ammirato due anni fa agli Indiana Pacers; ecco proprio in questo ruolo, l’ala piccola, vertono i nostri maggiori dubbi nell’ambito del roster dei Boston Celtics.

Veniamo ora ai lunghi: Kevin Garnett viene dato dagli addetti ai lavori in netta ripresa rispetto alla stagione scorsa, con una maggiore mobilità, e ciò potrebbe costituire una delle note più liete della nuova stagione, perchè conosciamo tutti il valore del bigliettone, vero e proprio leader caratteriale e difensivo della squadra; il suo sostituto big baby, Glenn Davis è atteso ad una stagione dove finalmente confermare le sue doti anche in RS e non solo ai PO. A loro si aggiunge il rookie Luke Harangody, nota lieta della summer league e in parte anche della preseason, dove ha mostrato un’ottima mano dalla lunga distanza, anche se sembra peccare per mobilità e capacità difensive.

Veniamo infine al capito centri: con Kendrick Perkins fuori fino a febbraio inoltrato e il ritiro del cavallo pazzo Sheed, era inevitabile che proprio in questo ruolo si sarebbero viste le maggiori novità in casa Celtics.

Shaq ha mostrato subito d’integrarsi bene nel gruppo e nel sistema di gioco di coach Rivers e siamo sicuri che saprà approfittare in maniera ottimale degli assist e dell’inventiva del play Rajon Rondo, col quale sembra avere già un’ottima intesa; Shaq che, nonostante l’età, potrebbe veramente garantire 15-20 minuti di estrema qualità alla compagine biancoverde.

Ci si attende un importante contributo anche dall’altro O’Neal, Jermaine, che si alternerà a lui, per lo meno fino al ritorno di Perkins. A chiudere la alternative nel ruolo di centro ci sarà il turco Semih Erden, che giocherà qualche minuto di garbage time e qualora i due O’Neal dovessero avere problemi fisici, potrebbe pure guadagnarsi qualche minuto in più di gioco.

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I Celtics si presentano con un roster pieno di enormi e ingombranti individualità, un roster molto profondo e con un’ottima panchina e ciò nelle idee del gm Ainge e di coach Rivers, che già nel recente passato ha dimostrato di saper gestire in maniera encomiabile un tale parterre de roi di stelle e personalità forti, servirà proprio a non fare stancare troppo i big, di modo di arrivare ai PO ancora con parecchie energie da spendere; se così fosse e infortuni importanti permettendo, allora veramente tutti dovranno fare i conti con la compagine della capitale del Massachusetts.

La corsa al diciottesimo titolo sarà molto dura, l’eastern conference si presenta come infernale, con avversari fortissimi, a partire dai Miami Heat, che consideriamo i favoriti al titolo insieme ai detentori, i Los Angeles Lakers, per continuare con squadre come gli Orlando Magic e i Chicago Bulls, ma in casa biancoverde la convinzione di potersela giocare con tutti e di non essere inferiori a nessuno è forte.

Il resto lo vedremo insieme cammin facendo, in questa lunga stagione che avrà un succulento preambolo nella prima partita in assoluto della Nba, ossia, come abbiamo detto, Boston Celtics-Miami Heat, Lebron James contro la squadra che negli scorsi PO ha battuto nettamente i Cavs e ha portato il prescelto a “scappare” da Cleveland per finire a casa di Wade, a cercare di vincere il suo primo anello e non essere considerato un fenomeno, ma un perdente di lusso.

Chiudiamo con un omaggio e un augurio ai Celtics 2010-2011, dei quali siamo tifosi, sperando di avere proposto un quadro obiettivo ed esaustivo della situazione e non esserci lasciati trascinare dalla fede sportiva.

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