Mondiali di Basket: Rullo compressore Turchia

Nella giornata in cui la FIBA annuncia l’allargamento a 24 squadre del prossimo europeo, consegnando il pass all’Italia senza attendere il girone di ripescaggio, continuano gli ottavi di finale dei Mondiali all’insegna delle favorite, questa volta in maniera tale da non ammettere alcuna replica od obiezione: Slovenia e Turchia passeggiano rispettivamente su Australia e Francia, squadre in crisi di gioco e di mentalità sin dalla palla a 2 del primo quarto.

TURCHIA INARRESTABILE: C’è chi sperava in una partita equilibrata, con la Francia che poteva portare in dote atletismo, fisicità e la classe cristallina di Nicolas Batum e Boris Diaw. In realtà nonostante una discreta prestazione del giocatore dei Bobcats (21 punti per lui a referto, con 5/8 dalla lunga distanza), la Francia si dimostra in linea con le ultime partite del girone eliminatorio: il gioco transalpino non trova sbocchi e si registrano troppi palloni passati direttamente in tribuna e conclusioni scriteriate. Dall’altra parte, una Turchia, sempre più continua e matura nel gestire le situazioni di gara, che finalmente sembra aver trovato la miglior condizione del proprio leader Turkoglu, che con una tripla dopo pochi minuti di gara fissa già il punteggio sul 5-0 per i padroni di casa. De Colo e Diaw riportano le sorti dell’incontro in parità (10-10), ma è ancora Hidayiet Turkoglu a trascinare i compagni con tiri da 3, entrate, passaggi: prestazione da uomo squadra, da vero leader.
Nella giornata in cui Ilyasova è meno incisivo di quanto visto in precedenza, tocca alla panchina turca scavare il parziale: Erden e Arslan firmano il nuovo allungo sul +6, ridotto a +5 alla sirena del primo quarto da un libero di Koffi, ma la sensazione è proprio quella di una squadra pronta a partire alla carica con l’altra appesa al filo delle iniziative personali dei propri giocatori migliori.

Batum però non vede il canestro e gli ingressi di Albicy, Bokolo, Mahinmi e Gelabale non migliorano la situazione: la Turchia, sulle ali di un Guler da 17 punti con 8/10 complessivo al tiro e dello strapotere dei propri lunghi, piazza un parziale scandito dalla tripla del +10 di Arslan per il 26-16. La Francia ha una mini reazione, più di orgoglio che di gioco, ma la Turchia è inarrestabile e il secondo allungo dilata ulteriormente il margine: Savas, pronto al salto NBA, realizza 5 punti in fila, supportato dal sempre presente Turkoglu e dall’energia in uno contro uno di Guler, che fa a fette la difesa andando ad appoggiare il layup del 32-24. Con i liberi di Savas, si va al riposo sul 43-28 per la squadra di Tanjevic, con la Francia che non lascia presagire alcunchè di buono, troppo dipendente dal suo unico uomo di punta di giornata, Diaw, il quale sul pronti via del terzo periodo si ritrova addirittura a dover fare il playmaker e gestire le azioni d’attacco: il risultato è una confusionaria combinazione di movimenti e pick and roll non sfruttati, con troppi palloni persi e 3 minuti senza siglare nemmeno un punto.
Una fiammata d’orgoglio di Batum riporta con due triple la Francia sotto i 20 di scarto, dopo che Turkoglu e Asik avevano scritto il massimo vantaggio sul 58-31, ma la partita è ormai in ghiacciaia e la Turchia ha già in tasca il biglietto per i quarti: non si vedono rimonte all’orizzonte, anche perchè Asik inchioda il nuovo +26 con cui si chiude il terzo quarto (71-45) con cui in sostanza si chiude la partita.
L’ultimo quarto è utile solo per aggiustare le cifre e dare riposo ai giocatori più stanchi e il margine di distacco rimane sempre in zona di sicurezza: la Francia prova a ridurre se non altro per salvare la faccia e l’orgoglio e il punteggio finale dopo la tripla di Causeur è di 95-77, con Turkoglu (20) e Diaw (21) top scorers delle rispettive squadre.

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SLOVENIA, TUTTO FACILE: Stessa sorte anche per l’altra semifinale, con la Slovenia troppo forte per le evidenti lacune in termini tecnico-tattici e di attitudine ad un dentro-fuori dell’Australia. L’avvio di primo quarto rasenta l’imbarazzo più totale possibile ed immaginabile: l’Australia non riesce a creare una azione di gioco degna di nota e anche sui rimbalzi in attacco o sui tap in agevoli subentra una combinazione di tensione, sfortuna e qualche fischo arbitrale non arrivato a portare il pallone a spicchi ad uscire dal canestro.
Il risultato è un 12-0 Slovenia, con Lakovic martello costante dall’arco e Brezec a sfruttare pick and roll e rimbalzi in attacco concessi da una difesa in cui si sente la crisi fisica di Andersen e l’incapacità di Maric di mantenersi ad alti livelli per tutto l’andamento di una gara: nemmeno rotazioni e cambi migliorano la situazione, con Nielsen unico a mostrare grinta e voglia di ribaltare la situazione. Dopo 4 punti dell’ala del Valencia, Dragic e Becirovic chiudono il primo quarto sul 16-8 Slovenia, con l’impressione che basti realmente poco per accelerare in maniera sensibile e lasciare solo le briciole agli Australiani.
E nel secondo quarto il gioco interno-esterno porta la Slovenia a punire dall’arco la svagata difesa australiana, incapace di raddoppiare con successo gli uomini migliori, sempre lenta e in ritardo sulle rotazioni e in cui non si riesce mai a vedere un aiuto fatto bene: Becirovic, Lakovic, Udrih e Slokar regalano un nuovo parziale che porta a +17 la Slovenia (35-18), mentre l’undicesimo punto di Jaka Lakovic (ancora una tripla) manda tutti negli spogliatoi sul 42-21.

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La Slovenia tira dalla distanza con il 70% per i primi due quarti e quando nella partita entrano anche Nachbar e Vidmar, 7 punti per il primo e grande intensità difensiva e a rimbalzo per il secondo, l’Australia alza bandiera bianca, finendo prossima ai 30 punti di scarto. Andersen e Maric sono irriconoscibili e spesso costretti alla panchina, Nielsen ha buone iniziative in attacco ma è totalmente inesistente in difesa e a rimbalzo, dove domina Primoz Brezec, ex Lottomatica, così le uniche accelerazioni degne di nota sono a firma Patrick Mills: l’ex Blazer e Ingles provano a contenere il distacco, ma nel cosiddetto “garbage time” di quarto periodo, 5 punti di Jagodnik e le ultime triple sparate da Lakovic e Dragic portano lo score su un eloquente 87-52, prima che 6 punti australiani finali chiudano il conto sull’87-58, con Lakovic (19) e Ingles (13) migliori realizzatori da una parte e dall’altra.

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E oggi tocca agli USA, contro la non irresistibile Angola (si prevede un’altra partita con ampio scarto), e alla Russia contro la sorprendente Nuova Zelanda.

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