Dopo Cesena è tempo di riflessioni. Ma cos’è cambiato nel Milan rispetto al Lecce?

Dal nostro corrispondente dal pianeta Milan Enrico Fraviga

Cesena-Milan 2-0. Sconfitte (in)aspettate

I tifosi rossoneri hanno una grande opportunità da sfruttare, le quote delle scommesse su alcune partite della propria squadra. A detta di praticamente tutti i commentatori esterni la partita di Cesena doveva rappresentare qualcosa di molto vicino ad una passeggiata; i tifosi del Milan che seguono la squadra con passione ed attenzione facevano altri calcoli; infatti un cocktail micidiale di presunzione, proclami ed eccessiva euforia, cui aggiungere un ottimo risultato all’esordio e come ciliegina l’arrivo di due supercampioni da inserire nel reparto offensivo, hanno fatto si che la squadra smarrisse l’umiltà messa in mostra all’esordio contro il Lecce e scendesse in campo convinta che la partita si sarebbe vinta da sola.

Cosa è cambiato rispetto a Lecce ? Tutto direi, a parte gli uomini che erano (quasi) gli stessi. Sarebbe ingiusto addossare la colpa a qualcuno in particolare, ma anche un’analisi superficiale porta a considerazioni immediate: 1) il centrocampo era immobile mentre con il Lecce Pirlo Ambro e Seedorf si intercambiavano e si muovevano sulla mediana per favorire il passaggio del compagno 2) L’innesto di Ibra, grandissimo campione, ha convinto Pato e Ronaldinho che la partita si sarebbe vinta andando in porta con la palla; da qui tocchi leziosi, tentativi di triangolazioni su geometrie inesistenti, e soprattutto 3) mancata copertura a centrocampo, soprattutto da parte di un Ronaldinho che tradisce sistematicamente dopo le pause di campionato 4) Nesta e Thiago Silva sono una grande coppia difensiva, ma non è detto che se Nesta non c’è e Sokratis lo sostituisce il modo di giocare della coppia centrale debba cambiare in modo così drammatico: anticipi sistematici sugli attaccanti contro il Lecce, una serie di mancate coperture con il Cesena che raggiunge l’apice con il gol del raddoppio dei romagnoli 5) Antonini è un buon giocatore, temo niente di più; è normale che l’ala avversaria metta in mezzo il pallone del primo gol completamente da solo e lui si faccia trovare in una zona del campo che non c’entra molto con il suo ruolo. Il problema è che quando Dinho non c’è (nel senso che non ha la gamba) e la fascia se la deve smazzare lui da solo per gli avversari è una festa. 6) con il Lecce Ambrosini, ben supportato dai compagni, ha avuto modo di sganciarsi spesso e puntare l’area avversaria creando occasioni e scompaginando una difesa già messa alle strette dagli assi d’attacco, con il Cesena lo ha fatto una sola volta dopo 5 minuti di gioco su lancio di Pirlo.

Ci sarebbe da dire: una sconfitta salutare che deve servire alla squadra che il calcio è un gioco che richiede sofferenza e spirito di gruppo, niente di irrimediabile a patto di capire questo semplice concetto molto in fretta.

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Un ultimo inciso: a Pato sono stati annullati 2 gol regolari (il primo sullo 0-0), capita (anche se per molto meno abbiamo visto tintinnare le manette): quello che mi perplime è il voto della Gazzetta: un 5 secco. Mi domando che voto avrebbe preso se l’arbitro i gol li avesse giustamente convalidati. Poveri fantacalcisti !

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