Milan: cedere Ronaldinho per rinascere

Con questo articolo comincia la collaborazione di Enrico Fraviga con Game Fox

Cedere Ronaldinho per rinascere

Sgombriamo il campo: Dinho stagione 2009/2010 è stato il miglior giocatore del Milan e l’assoluto artefice del terzo posto in campionato con diretta qualificazione in Champions; eppure Milan lo deve (dovrebbe) vendere entro poche settimane a qualunque cifra.

Questo apparente paradosso parte da un dato di fatto (purtroppo) inconfutabile: il Ronaldinho visto a Milano può giocare in un monolocale di 25 metri (35 quando ha gamba) a sinistra della fascia sinistra, ovvero in una zona del campo in cui si ha tempo di ragionare ricevuta la palla e in cui il raddoppio arriva solo in caso di estrema necessità. Il buon Leonardo, se ricordate, provò a fare diversamente all’inizio della stagione collocando il Gaucho in mezzo al campo una decina di metri dietro alle punte; benino a Siena, ma inguardabile al derby dove venne letteralmente travolto dalla fisicità avversaria. Leonardo, che la faccia sapeva di dovercela mettere per tutta la stagione, cambiò repentinamente inventandosi il celeberrimo 4-2-fantasia… ideale per una stagione dignitosa, ma improponibile con squadre di caratura e fisicità (capaci cioè di far girare palla e gambe).

Non bastasse, Ronaldinho a sinistra costringe il Milan a mettere sull’altra fascia un giocatore che ne faccia da contraltare, e se il giocatore in questione diventa Pato ciò significa sacrificare il più puro talento da gol del mondo a fare l’aletta di supporto a un Borriello (Huntelaar !) qualunque (con tutto il rispetto).

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Ma anche l’Inter gioca così: Eto e Pandev larghi, Milito in mezzo Snjieder (Seedorf) dietro. Vero, anzi verissimo, non fosse però che Etò e Pandev rientrano fino a zone del campo che Ronaldinho e Pato non hanno mai calpestato nella loro carriera, giocatori diversi certo, con qualità diverse, la mia non è un’accusa ma una semplice constatazione; del resto ce lo ricordiamo il Ronaldinho che, a beneficio della platea, rincorre il terzino avversario entra in scivolone e, il più delle volte, ne esce con un cartellino; giocatori diversi dicevo.

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Sgombriamo il campo una seconda volta: vendere Ronaldinho e non prendere nessuno ha poco senso a parte risolvere ad Allegri un problema tattico su sui il tecnico toscano si sta arrovellando (“Dinho deve allenarsi ! “ la dichiarazione odierna… e ti credo, se l’idea è quella di metterlo in mezzo dietro a Pato e Borriello, dove si troverebbe a smistare palloni in frazioni di secondo, ricevere randellate e marcature triplicate); ma proviamo a chiudere gli occhi e a immaginare questo scenario: il Milan vende Dinho e prende Dzeko, sposta davanti alla difesa Thiago Silva (nel ruolo che fu di Desailly ma con la garanzia di piedi migliori, maggiore fisicità (!) e supporto in fase offensiva) lasciando uno fra Sokratis, Bocchetti (magari) Bonera, Onyew (la scelta non manca) a far coppia con Nesta; poi blinda il centrocampo con la cerniera Ambro – Pirlo (si, un pelo più avanti, se lo fa in Nazionale…) – Boateng (ri-magari) mettendo insieme una linea mediana di tutto rispetto con alle spallle la copertura salvifica di Thiago Silva, davanti la fantasia di Pato e l’esplosività di Dzeko (per la cronaca Borriello e Flamini in alternanza a Dzeko e Ambro/Boateng non mi sembrano malissimo), e sugli esterni lasciamo pure chi ci sta… visto che i soldi sono quelli che sono.

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Non occorre molto altro, e l’inserimento nel giro della prima squadra di alcuni giovani della Primavera (sui quali torneremo con un discorso a parte) garantirebbe gambe, entusiasmo, ricambio e… bilanci a posto.

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