Tour de France: Arriva il poker per Mark Cavendish

Dopo l’alternarsi di noia ed emozioni che ha scandito il succedersi di tutte le vette mitiche dei Pirenei, siamo tornati in pianura, tappa senza nemmeno un cavalcavia o la classica cunetta che fa staccare qualche velocista: tutto dritto fino al traguardo, tutto a posto per Mark Cavendish. Il britannico si conferma re delle volate, dopo le titubanze  di questo inizio anno, regolando un arrembante Julian Dean ed il nostro Alessandro Petacchi, che torna in maglia verde ma deve fare i conti con problemi influenzali e di respirazione.

Come detto, nessuna emozione era attesa per la tappa odierna, con il tracciato che non prestava il fianco a nessuna possibile sorpresa: così, la fuga bidone odierna parte con tutti gli sfavori del pronostico. A guidarla c’è il nostro Daniel Oss, della Liquigas Doimo, in compagnia di Breschel, Vaugrenard e dell’attivissimo Jerome Pineau, compagno di squadra di quel Sylvain Chavanel, unico francese a vestire in giallo, pur in una edizione del Tour in cui i padroni di casa hanno ben figurato, portandosi a casa 6 successi e con ogni probabilità la maglia a pois con Anthony Charteau.

Il gruppo non è intenzionato a dare strada e il vantaggio non decolla mai a tempi significativi: qualche problema ancora per Samuel Sanchez, che risente della caduta nella tappa di ieri, e anche per Andy Schleck, cui il medico passa una pomata per noie al soprasella. Contador è scortato dai fidati Noval, Tiralongo e Navarro e non rischia mai nulla, stando in testa al gruppo nei momenti di maggior impeto ventoso e correndo in maniera circospetta in ogni punto del tracciato. Gli 8” di vantaggio che ha sul lussemburghese Schleck probabilmente si dilateranno nella cronometro di 52km adattissima alle caratteristiche di Contador, ma è pur sempre vero che finchè non si arriva a Parigi è sempre bene curare ogni dettaglio.

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In corsa si discute ancora del fair play, con Sastre che dopo la tappa di ieri aveva criticato il comportamento di Contador, reo di aver fermato il gruppo dopo la caduta di Samuel Sanchez: “Stiamo trasformando il ciclismo in uno sport per marmocchi viziati”, dice il leader della Cervelò, per altro una delle poche voci fuori dal coro stile “volemose bene” con cui si è conclusa la frazione del Tourmalet.
Nel frattempo, le squadre dei velocisti frustano la corsa, con HTC, Lampre e Milram ad intercambiarsi al comando per i rispettivi pedali veloci: Petacchi deve assolutamente arrivare davanti ad Hushovd per riconquistare la maglia verde e per provare ad arrivare fino a Parigi da leader della classifica a punti, Cavendish insegue il quarto successo di tappa, Freire deve ancora dare segno della sua esistenza mentre Boasson Hagen e Julian Dean sono in ottime condizioni di forma.

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Con il gruppo a una trentina di secondi, Daniel Oss decide di rompere gli indugi e lascia i suoi compagni di fuga ormai rassegnati al ricongiungimento: l’azione del corridore Liquigas dura fino ai 3.5km dal traguardo, quando a inizio gruppo infuria la lotta per le posizioni dei rispettivi treni. Dopo le fatiche pirenaiche, Damiano Cunego pilota il binomio Hondo-Petacchi, mentre in testa a tirare c’è compattto il team Sky per Boasson Hagen: Cavendish risale il gruppo, con Petacchi che gli si mette subito a ruota, Hushovd non riesce a uscire bene dalla pancia del gruppo, mentre vediamo finalmente nelle prime posizioni anche Freire e McEwen.
Parte lo sprint, lanciato dai Lampre, con Petacchi a ruota di Ballan, il quale rischia grosso quando Julian Dean in prepotente risalita lo costringe alle transenne: Petacchi parte lunghissimo, con il dichiarato intento di non rimanere chiuso per non perdere posizioni rispetto a Thor Hushovd. Il norvegese è lontano, mentre Mark Cavendish di potenza supera tutti e ha il tempo di voltarsi in due occasioni prima di lasciarsi andare alla meritata esultanza a braccia alzate sul traguardo.
Uno stremato Petacchi viene sopravanzato anche dalla rimonta di Julian Dean: per l’italiano però missione compiuta, con Hushovd fuori dai 10.

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Le Classifiche:

Tappa:

1. Mark Cavendish – HTC – 4h 37′ 09″
2. Julian Dean – GRM – s.t.
3. Alessandro Petacchi – LAM – s.t.
4. Robbie McEwen – KAT – s.t.
5. Oscar Freire – RAB – s.t.
6. Edvald Boasson Hagen – SKY – s.t.
7. Jurgen Roelandts – LOT – s.t.
8. Josè Joaquin Rojas – CEP – s.t.
9. Grega Bole – LAM – s.t.
10. Ruben Perez Moreno – ESK – s.t.

Generale:

1. Alberto Contador – AST – 88h 09′ 48″
2. Andy Schleck – SAX – +8”
3. Samuel Sanchez – ESK – +3’32”
4. Denis Menchov – RAB – +3’53”
5. Jurgen Van den Broeck – LOT – +5’27”
6. Robert Gesink – RAB – +6’41”
7. Joaquin Rodriguez – KAT – +7’03”
8. Ryder Hesjedal – GRM – +9’18”
9. Roman Kreuziger – LIQ – +10’12”
10. Christopher Horner – RAD – +10’37”

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